giovedì 2 marzo 2006

Vi delizio con due righe, che saranno un po' di più, di un libro che consiglio di leggere!


 


Fissando un cubetto di zucchero che si sciogliva nella tazza della camomilla, Chloe, sulla cui presenza facevo affidamento per dare un senso alla mia vita osservò:"Non possiamo andare a vivere insieme, io ho questo problema: devo vivere da sola, altrimenti mi dissolvo. Non voglio tenerti fuori dalla mia vita, è una questione psicologica, uterina. Non intendo dire che non ti desidero, è che ho paura a desiderare solo te, paura di scoprire che di me non è rimasto niente. Ti prego scusami, temo che dovrò restare una ragazza con la valigia".


La valigia di Chloe. L'avevo vista per la prima volta all'aereoporto di Heathrow, un cilindro color rosa brillante con una tracolla verde acceso. In sua compagnia era arrivata alla mia porta, la prima sera che era venuta per restare, scusandosi una volta di più per i suoi offensivi colori, dicendo che serviva a dar ricovero allo spazzolino da dentie ad abiti puliti per il giorno dopo. Avevo creduto che quella borsa fosse una presenza occasionale, qualcosa di cui aveva bisogno prima di essere abbastanza a suo agio da trasferire stabilmente a casa mia spazzolino da denti e guardaroba. Da quella borsa invece non si separò mai, ogni mattina la rifaceva come se fosse l'ultima volta che ci vedevamo, come se l'eventualità di lasciare in giro anche un sol paio di orecchini costituisse u intollerabile rischio di dissoluzione.


Eppure nonostante la sua efficienza con il bagaglio, Chloe col tempo cominciò a lasciare cose in giro. Non lo spazzolino o un paio di scarpe, ma pezzi di se stessa. Iniziò con il linguaggio: mi abituai a dire, come Chloe, non sempre al posto che mai, a dire fa' attenzione prima di riattaccare il telefono. A sua volta lei mutuò da me perfetto! e se davvero la pensi così. Poi, a infiltrarsi tra noi, furono reciproche abitudini; da Chloe imparai la necessità del buio totale in camera da letto, lei iniziò a piegare il giornale alla mia maniera, io cominciai a girare in circolo intorno al divano quando pensavo a un problema, lei prese gusto a sdraiarsi sul tappeto.


da "Esercizi d'amore" di Alain De Botton

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