martedì 8 novembre 2005

Agonia

Girerò per le strade finchè non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo accompagna
il mattino.

Son lontani i mattini che avevo vent'anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni passo e le strisce di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo - una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni:
ora è come quel pianto non fosse mai stato.

E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore - perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d'esser io: gettando un'acchiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino
uscirò per le strade cercando i colori.



Cesare Pavese - Lavorare stanca

4 commenti:

  1. Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo
    la salute non ha prezzo, quindi rallentare il ritmo
    pausa pausa ritmo lento, pausa pausa ritmo lento

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  2. certo!
    mica mi chiamo martina

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  3. a mia discolpa posso dire che sono stata un anno in norvegia???

    vale???

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